Ricorre domenica 15 gennaio 2017 la 103ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che quest’anno Papa Francesco ha voluto dedicare al tema «Migranti minorenni, vulnerabili e senza voce». Ai parroci un invito a vivere questa giornata facendo spazio ai migranti in modo che le nostre comunità diventino sempre più luoghi dove si sperimenta la convivenza fraterna. Qui un sussidio.
Domenica 15 gennaio 2017 si celebra in tutto il mondo la 103ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato: una consolidata iniziativa della Chiesa per tenere vive l’attenzione e la solidarietà dei fedeli verso i migranti.
Per questa occasione Papa Francesco ha scritto un messaggio sul tema «Migranti minorenni, vulnerabili e senza voce», sollecitando tutti a prendersi cura dei bambini che sono «tre volte indifesi» perché «minori», «stranieri» e «inermi» quando per «varie ragioni sono forzati a vivere lontani dalla loro terra d’origine e separati dagli affetti familiari».
Quella dei minori in fuga dai loro Paesi d’origine è una delle pagine più rimosse della stagione che stiamo vivendo e riguarda un numero crescente di minori stranieri non accompagnati che giungono in Europa: nel 2015 in Italia ne sono arrivati 8.255, nel 2016 il numero è quasi raddoppiato (14000).
Dietro questi viaggi stanno almeno due drammi. Il primo è bellico: se negli anni scorsi i minori stranieri non accompagnati arrivavano nel nostro Paese soprattutto dall’Egitto, ora i Paesi in cima alla lista sono Eritrea e Somalia. Possiamo solo immaginare il dramma delle famiglie: vendono campi e proprietà o s’indebitano, o fanno entrambe le cose, per mandare almeno un figlio verso una speranza di salvezza. In mancanza di altri canali, lo affidano a trafficanti senza scrupoli che gli fanno attraversare deserti, confini e tratte di mare tra mille pericoli e violenze.
Il secondo dramma attiene alle politiche migratorie: i Paesi avanzati respingono i padri, ma non possono ricacciare indietro i figli che arrivano soli, a meno che non riescano a rintracciare le loro famiglie. Questo fenomeno è uno dei vari modi con cui le tragedie e le sperequazioni del mondo bussano alle nostre porte, interrogando le nostre coscienze e le politiche dei Paesi avanzati, Europa in testa, Italia compresa.
I minori stranieri non accompagnati sono quasi sempre accolti insieme agli adulti, spesso neppure riconosciuti come minori, e non ricevono una protezione adeguata. Quando vengono individuati e tutelati, sono spediti in comunità per minori a cui difficilmente si adattano. Molti fuggono, per lo più attraversano i confini per raggiungere parenti e connazionali all’estero. Quest’anno dall’Italia se ne sono resi irreperibili 8000. Una parte di essi purtroppo finisce nelle reti dello sfruttamento. Il loro sogno è di conseguire un’istruzione, oppure di lavorare e mandare a casa dei soldi per le famiglie che si sono sacrificate per farli partire. Questi semplici desideri raramente finora hanno trovato risposta.
Ora s’è alzata la voce autorevole di Papa Francesco a ricordarci che il problema ci riguarda tutti da vicino, dalle istituzioni alle comunità cristiane fino ai singoli fedeli e cittadini. Nel testo del suo messaggio Papa Francesco cita il duro monito di Gesù contro chi scandalizza i piccoli riferendolo a chi, oggi, sfrutta i minori migranti nel giro della prostituzione o della pornografia, li rende «schiavi» con il lavoro minorile o li arruola come soldati.
«Sono in primo luogo i minori – prosegue il Papa – a pagare i costi gravosi dell’emigrazione, provocata quasi sempre dalla violenza, dalla miseria e dalle condizioni ambientali» come pure dalla «globalizzazione nei suoi aspetti negativi».
Il Santo Padre chiede «protezione, integrazione e soluzioni durature» per aiutare i minori migranti, esortando a rispettare la loro «dignità» e a cercare «di andare incontro alle loro esigenze, quando sono soli, ma anche a quelle dei loro genitori, per il bene dell’intero nucleo familiare».
Quasi cogliendo l’invito del Pontefice, il 26 ottobre 2016 è stata approvata in prima lettura a Montecitorio la tanto attesa legge di riforma del sistema di accoglienza e protezione per i minori stranieri non accompagnati. Essa rappresenta una svolta nel sistema di accoglienza di tali soggetti; interviene su aspetti fondamentali per la vita dei minori che arrivano in Italia senza genitori, operando un nuovo approccio nella gestione dell’accoglienza, perché ancor prima che migranti o profughi, sono considerati bambini i quali nel loro essere minori soli sono estremamente vulnerabili e perciò più bisognosi di protezione e di cura.
I minori stranieri non accompagnati rappresentano uno dei tanti volti delle migrazioni, nemmeno uno dei più vistosi o drammatici. Il fenomeno migratorio è esteso e complesso. Chiede a noi oggi un lavoro di discernimento che aiuti a «superare paure, pregiudizi e diffidenze, promuovendo la mutua conoscenza, il dialogo e la collaborazione» (CEI, Educare alla vita buona del Vangelo, 2010, n.14).
La diaspora di molte persone è certamente un «segno dei tempi», perché genera l’incontro tra popoli, il confronto, lo scambio culturale, il dialogo religioso. In questo senso, la migrazione diventa un «luogo teologico» per un rinnovato cammino di Chiesa: un «fatto» attraverso il quale si mette in evidenza non solo la differenza tra culture e religioni diverse, ma anche l’uguale dignità umana. Differenza e uguaglianza che, per la fede cristiana, portano a costruire un cammino di ricerca e di dialogo per una Chiesa chiamata ad essere «sacramento di salvezza». Siamo invitati non solo a «vedere» gli altri tra noi, ma a riconoscerli come il luogo della “grazia”, della presenza di Dio in mezzo a noi.
Nelle nostre parrocchie
Con questi auspici e in comunione d’intenti con il Santo Padre, apprestiamoci a celebrare la prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato con un’attenzione particolare alla presenza di migranti nelle nostre parrocchie. Nel corso della giornata il nostro impegno sia quello di sensibilizzare le comunità cristiane sui fenomeni migratori che pur tanto spazio occupano delle pagine dei quotidiani, non sempre in un’ottica cristiana. Non trascuriamo poi di invitare i migranti cattolici e le loro famiglie a partecipare alla Santa Messa, riservando loro ruoli attivi di animazione liturgica. Che questa giornata possa contribuire a diffondere una nuova cultura dell’incontro; riesca a trovare cristiani sensibili verso i nostri fratelli migranti, capaci di abbattere muri di diffidenza e rifiuto e di costruire ponti di fraternità.
A ridosso della giornata, la Fondazione Migrantes – organo pastorale della CEI- è solita inviare nelle parrocchie materiale pastorale per l’animazione della Santa Messa, con alcuni spunti di riflessione, le preghiere dei fedeli e un’introduzione alla giornata imperniata sul messaggio del Papa.
Ai reverendi di parroci formuliamo un caldo invito a celebrare la giornata nello spirito del messaggio del Papa, facendo spazio ai migranti in modo che le nostre comunità diventino sempre più luoghi dove si sperimenta la convivenza fraterna e ognuno possa dare voce alla propria storia e originalità.
Ricordiamo, infine, che le offerte raccolte durante le celebrazioni in tale giornata rientrano nelle collette obbligatorie a carattere nazionale fissate dalla CEI (Notiziario CEI n. 2 del 21 marzo 1994).
Le offerte sono trasmesse alla Fondazione Migrantes tramite l’economato diocesano:
a mezzo Assegno o Bonifico intestato a “Fondazione Migrantes” c/c nr. 14221/55 c/o MONTE DEI PASCHI DI SIENA – Filiale 8616 Ag. 16 P.za dei Giureconsulti, 16/20 – 00167 Roma – CAB 03216.9 – ABI 1030.6 – CIN J BIC PASCITM1R16 – IBAN IT 24 J 01030 03216 000001422155
oppure sul c/c postale nr. 000026798009, intestato a Fondazione Migrantes – via Aurelia, 796 – 00165 Roma.
Claudio Malacarne
Ufficio diocesano Migrantes