1° giugno: ritorna la Festa Diocesana dei Migranti Cattolici

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Nel giorno dell’Assunzione, l’Arcivescovo presiederà la Santa Messa in Cattedrale, assieme alle comunità di cattolici immigrati presenti in Diocesi. Nel pomeriggio festa e musica. Iscrizioni presso le comunità immigrate o presso la segreteria del Centro Attività Pastorali della Diocesi (tel. 0432 414 514).

I dati dell’annuario statistico dell’immigrazione 2013 curato dalla Regione Friuli Venezia Giulia ci dicono che gli stranieri presenti in provincia di Udine sono circa 40.000 e rappresentano il 7% della popolazione residente . Di essi, il 10-15% è di religione cattolica. I dati si pongono in linea di continuità con precedenti rilevazioni, confermando una presenza stabile di stranieri che hanno scelto il nostro paese per il proprio progetto di vita.
 
“La presenza … di stranieri nel nostro Paese è davvero un’occasione provvidenziale per noi di ritornare indietro da Gesù, di guardare la nostra origine, al nostro battesimo, al dono della fede. Se ci lasceremo invadere dalla gratitudine per tanto dono e lo vedremo bello ed entusiasmante per noi stessi, sarà più facile farlo comprendere e trasmetterlo agli altri.”
 
Queste parole del cardinal Martini ci introducono nello spirito della festa diocesana dei cattolici immigrati che quest’anno si terrà domenica 1° giugno, festa dell’Ascensione di N.S. Gesù Cristo. Tema: «Colorare la speranza con i migranti».
 
La festa, che è stata fortemente voluta dall’Arcivescovo, giunge quest’anno alla sua seconda edizione dopo una prima che si è tenuta domenica 27 gennaio 2013.
 
Cambia quindi il periodo della festa, che non si terrà più nella stagione fredda ma in quella più mite della tarda primavera, prima che chiudano le scuole e la gente lasci la città per andare al mare o ai monti. Il cambiamento dovrebbe favorire una più ampia partecipazione alla festa dei migranti con le loro famiglie in comunione con la popolazione autoctona.
 
Nella sua ultima lettera pastorale, “Cristo, nostra speranza”, l’Arcivescovo rileva che le comunità aperte all’accoglienza dei fratelli immigrati sono «un grande segno di speranza», e che gli immigrati apprezzano molto «tutte le iniziative e i gesti grandi e piccoli di attenzione e di ospitalità loro rivolti». Così «come abbiamo con gioia constatato nella prima festa per le comunità degli immigrati cattolici, organizzata lo scorso gennaio». Osserva ancora l’Arcivescovo che «un cammino serio di integrazione, poi, prepara un futuro sereno per la Chiesa e la terra friulana» e assicura l’impegno della diocesi di promuovere, attraverso l’Ufficio Migrantes, «iniziative che favoriscano questo cammino».
 
Questo impegno riceve pratica attuazione con la riedizione di una festa pienamente riuscita, che ha visto lo scorso anno una grande partecipazione di immigrati, oltre le previsioni degli organizzatori. Al punto da indurre alla ricerca di spazi più adeguati rispetto a quelli del Seminario di viale Ungheria, in grado di ospitare, in condizioni di sicurezza, 400-500 persone.
 
 

L’edizione 2014 della Festa Diocesana dei Migranti: tema e programma

 
Il tema scelto per questa edizione si riallaccia alla speranza, tema pastorale della diocesi, e suona per l’appunto: “Colorare la speranza con i migranti”.
 
Forse più di tutte le altre categorie di persone, gli immigrati incarnano l’idea di speranza e di futuro. Di speranza, perché alla base della scelta di migrare c’è, sempre, la speranza di un miglioramento delle condizioni e delle prospettive di vita per sé e soprattutto per i propri familiari. E di futuro, perché il progetto migratorio è per definizione orientato al futuro. Gli immigrati colorano con la loro presenza anche la nostra speranza che forse può apparire svigorita e dunque bisognosa di iniezioni di fiducia.
 
Il programma prevede la S. Messa in Cattedrale alle ore 10.30 presieduta dall’Arcivescovo e animata dalle diverse comunità di immigrati con le preghiere , i canti e i gesti propri delle loro lingue e tradizioni.
 
Il pranzo insieme è fissato alle 12.30 nei locali della mensa universitaria su prenotazioni raccolte presso le comunità etniche e con trasferimento in corteo dei partecipanti nei costumi tradizionali dalla Cattedrale fino in via Tomadini.
 
A partire dalle 14.30-15.00 il pomeriggio di festa sarà animato dalle comunità etniche presenti in diocesi con una rassegna corale di canti tradizionali dei loro Paesi di origine.
 
 

Il logo della Festa

 
Il logo della festa rappresenta nel suo insieme un’ immediata e importante comunicazione visiva che traduce lo slogan scelto per la seconda edizione.”Con i migranti per colorare la speranza”. Per la resa grafica sono stati utilizzati specifici tipi di caratteri, di facile e immediata lettura, in perfetto equilibrio ed elegante contrapposizione alla vivacità cromatica del logo.
 
Questo racchiude:

il profilo della cattedrale sormontato dalla croce . La cattedrale è il luogo-simbolo della diocesi che propone la festa e la Croce il segno per eccellenza del cristianesimo;la moltitudine di persone davanti alla cattedrale esprime l’accoglienza della diocesi verso i migranti: una presenza che la diocesi intende valorizzare, poiché la varietà nella Chiesa non solo non nuoce alla sua unità, ma anzi la manifesta nella sua cattolicità.la scritta “ Con i migranti per colorare la speranza” è lo slogan scelto per questa seconda edizione della festa, in linea con il tema pastorale di quest’anno. Come scrive l’Arcivescovo nella sua recente lettera pastorale “Cristo, nostra speranza”, le comunità aperte all’accoglienza dei migranti sono ”un grande segno di speranza” ed un cammino serio di integrazione prepara “un futuro sereno per la Chiesa e la terra friulana”. La scritta è resa in diversi colori pennellati dove la parola speranza appare in una macchia di color verde, simbolo di speranza. 

Similmente importante è il linguaggio dei colori che si evidenziano nel logo.
 
Il blu evoca la calma, la serenità, la pace, la bellezza dei cieli azzurri. Il verde, frutto della mescolanza di un colore freddo il blu e di un colore caldo il giallo, è una tinta equilibrata, fresca e rassicurante, che evoca la natura e simboleggia la speranza. Nell’uso dei colori sono utilizzate anche sfumature dal verde al marron nel rappresentare le persone davanti alla cattedrale a significare le loro diverse origini geografiche all’interno della cattolicità.
 
 

Perché una Festa degli Immigrati Cattolici?

 
Questa festa vuol essere un momento di preghiera e di convivialità in cui tutte le comunità migranti cattoliche della diocesi di Udine si ritrovano insieme per interagire tra loro ma anche con i friulani che spesso vivono accanto a loro senza incontrarli veramente. Un’occasione preziosa, la presenza delle diversità culturali, per imparare a conoscere “l’altro”, per disporsi ad accogliere la “diversità” come ricchezza.
 
Nelle migrazioni e nella mobilità, ogni nuovo incontro con persone di lingua, cultura e tradizioni diverse sospinge verso l’ integrazione. La consapevolezza dell’integrazione, intesa come relazione continua e biunivoca con le persone che arrivano da paesi diversi e vivono nella nostra diocesi, caratterizza l’esperienza della nostra fede cristiana.
 
L’integrazione ecclesiale accompagna e s’incrocia con quella sociale, in quello stretto legame tra fede e vita; è graduale e progressiva, nel rispetto dell’identità di chi incontra. L’integrazione cresce nell’incontro, nel dialogo e nello scambio culturale, nella costruzione di legami, nel dono e nella gratuità, nel porre in essere pazienti mediazioni sociali ed ecclesiali.
 
E’ un cammino che richiede un impegno costante ma che è destinato a portare frutto se tutti sono disposti a fare la loro parte: le istituzioni con la promozione di politiche inclusive;   i mezzi di comunicazione sociale per una presentazione degli immigrati che renda verità ad una realtà complessa, nelle sue sfaccettature positive; la Chiesa locale con la sua azione di prossimità che riconosce la dignità di ogni persona e di ogni esperienza ecclesiale, rifiutando sia forme di assimilazione che di marginalizzazione, e che muove verso un inserimento graduale e positivo degli immigrati nelle comunità cristiane della diocesi. In questa prospettiva agli immigrati è rivolto l’invito di non sentirsi come estranei accolti provvisoriamente nelle parrocchie da loro frequentate, ma persone che vivono nel loro ambiente, in quello spazio che Dio ha creato per loro.
 
I parroci e gli operatori pastorali a contatto con le realtà migratorie, vorranno favorire la partecipazione alla festa degli immigrati diffusi sul territorio della diocesi, affinché possano incontrarsi con i loro connazionali, fare festa, conoscersi e sperimentare la sollecitudine pastorale della Chiesa nella figura del Vescovo.
 
A tempo opportuno sarà diffuso materiale informativo e saranno chiarite le modalità di partecipazione alla festa diocesana.
 
La speranza è un credito fatto a Dio oltre ciò che l’uomo può vedere e capire (don Primo Mazzolari )

 

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